lunedì 26 dicembre 2011

√ Olivati (Fiaip Bergamo): I riciclati del real estate


E' Natale, e siam tutti più buoni. Per questo oggi vogliamo ricordare con particolare tenerezza una categoria onnipresente, trasversale e ipercinetica: i riciclati (ovviamente non stiamo parlando di voi, amici lettori ma di "quegli altri", ovvero come si suol dire "esclusi i presenti"). 

I riciclati del real estate, in particolare, sono facilmente riconoscibili per una caratteristica distintiva: l''approccio messianico e palingenetico, ovvero "è tutto sbagliato/tutto da rifare, e io vi insegnerò come". Una prima categoria di riciclati è quella degli agenti immobiliari che hanno chiuso la loro agenzia e sono andati a lavorare per un franchising, ma non come agenti immobiliari bensì come sviluppatori, ossia "venditori di punti vendita". In pratica devono convincere te, agente immobiliare indipendente, ad entrare nel grande franchising come punto vendita affiliato alla casa madre. Quindi partiranno demolendo il tuo modus operandi consolidato e cercando di dimostrarti che "con loro" guadagneresti "facendo lavorare gli altri per te": cioè proprio quello che il grande franchising vorrebbe fare con l''agenzia immobiliare ex-indipendente. 

La variante pop - ipertrofica del riciclato messianico è l'(ex?)agente immobiliare che si trasforma in formatore, animato da zelo predicatorio verso i colleghi, che può finalmente guardare dall''alto in basso. Non avendo in genere un palmarès di successi personali da esibire, il riciclato - formatore spariglia le carte e si presenta come un vero e proprio "inventore del real estate": è tutto un fioccare di "nuovi paradigmi" e "nuovi approcci", piovono parole come "laboratorio", "innovazione", "rivoluzione". Per un po'' sono divertenti da ascoltare nella loro scoperta dell''acqua calda, ma alla fine viene sempre in mente il dannato motto latino "medice, cura te ipsum": se avevate in mano il santo graal del successo immobiliare, benedetti ex colleghi, perché non l''avete usato per il successo della "vostra" agenzia immobiliare? Si comincia col motto latino e si finisce con la deplorevole frase da osteria, "chi sa fa e chi non sa insegna", dalla quale ovviamente ci dissociamo.

L'ultima variante del riciclato immobiliare è la più affascinante, cool e trendy, non foss''altro perché viene comunemente declinata al femminile: l'home stager. Che sia un''architetta o interior designer, ovvero una sofisticata (ex?)agentessa immobiliare meneghina onnipresente in TV, la home stager si pone come ambasciatrice di stile e buon gusto, capace di trasformare con pochi tocchi una stamberga di periferia in un quartierino alla moda. Il maquillage o restyling serve a far capitolare altre signore come loro, ossia le potenziali acquirenti in visita agli immobili, che rimarrebbero deliziate dai tocchi di colore e i fiori in bagno, premiando l'agente immobiliare e il proprietario (committenti dell''home stager) con una preziosa proposta d'acquisto. Anche qui non sono tanto i principi (assai condivisibili) dell'home staging a fare tenerezza, quanto la verve da inventori, pardon inventrici del real estate delle home stager rampanti, che predicano il "nuovo paradigma dei fiori in bagno" come panacea contro il calo delle vendite immobiliari. Il povero agente immobiliare ha un bel far notare che i proprietari sembrano spesso non avere nemmeno i pochi soldi per il certificato energetico, figuriamoci la parcella dell''home stager che può arrivare all''1 per cento del valore dell''immobile. Sempre tra incudine e martello il nostro agente immobiliare: davanti a lui case vuote lasciate come depositi di mobili usati, e case abitate dove la proprietaria ti fulmina al primo accenno di suggerimento di stile; dietro di lui l''elegante silhouette della home stager con il ditino e il sopracciglio alzato... 

A tutti un abbraccio e un caro augurio di Buon Natale in attesa del 2012, l'anno dell'ultimo "nuovo paradigma": quello dei Maya. 
Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo

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