venerdì 31 maggio 2013

Alle #banche non far sapere quanto è calato l' #immobiliare




A grande richiesta mia intervista a #serviziopubblico su #banche #mutui andamento mercato #immobiliare 2007-13. Tube chop e servizio completo andato in onda: http://t.co/2PNUDS6hfY

lunedì 27 maggio 2013

Dialogo tra un agente #immobiliare platonico e un agente immobiliare aristotelico

Aristotelico: hai novità di quella casa?
Platonico: no non ancora ci sto lavorando.
A: ormai saranno quasi sei mesi vero?
P: sì ho portato una decina di persone ma ancora nessuna proposta.
A: e qual è il problema, non andava bene la casa o era il prezzo?
P: no no il prezzo è giusto, è che le persone interessate hanno casa loro da vendere ma non riescono.
A: e perché non riescono a vendere casa loro?
P: perchè chiedono un prezzo troppo alto.
A: ma scusa sono gli stessi che non discutono il prezzo della casa che stai vendendo tu, e che a loro piace?
P: sì gli piace ma poi tutto si blocca per il problema della permuta.
A: ma scusa mi viene un terribile sospetto...
P: oddio quale?
A: che i tuoi clienti non trattino al ribasso il prezzo della casa che gli piace perché si illudono di poter vendere casa loro al prezzo che vorrebbero loro.
P: in effetti se su casa loro abbassassero la richiesta forse si troverebbe un acquirente...
A: e se invece non fanno repricing?
P: non venderanno casa loro e quindi non potranno acquistare quell'altra che gli ho proposto io. Però se riducono la richiesta di casa loro possono sì vendere, ma poi non ci arrivano più a comprare la casa che gli piace, la forbice tra i due immobili è troppo ampia.
A: ma allora non ti sembra che la richiesta della casa che gli hai fatto vedere e gli piace sia troppo alta? Dato che per arrivarci anche loro poi sopravvalutano casa loro nel tentativo di permuta. Ma così facendo non vendono e quindi non potranno acquistare la casa che gli piace.
P: no no, il prezzo della casa che gli ho fatto vedere è giusto, la casa è molto bella, prima o poi qualcuno arriverà a comprarla.
A: non ti sembra che abbassando le richieste che non sono realistiche e allineandosi al valore di mercato il sistema intero, a partire dal volano della permuta, si potrebbe sbloccare?
P: ma perché dobbiamo fare noi il lavoro sporco di far abbassare i prezzi?
A: per carità non sia mai, teniamo alte le richieste e invenduti gli immobili ad invecchiare, che così ne difendiamo il valore... [smile]

mercoledì 22 maggio 2013

#fiaip #bergamo: #immobiliare, l'unione fa la forza

il comitato di presidenza fiaip bergamo nella sede provinciale
da dx: olivati, sangiovanni, guerini
fiaip bergamo, la federazione italiana agenti immobiliari professionali, fa una riflessione sul presente, il passato e il futuro del sodalizio associativo in un servizio realizzato per il video sul venticinquennale della federazione lombarda che sarà pubblicato a breve su youtube.

franco guerini, segretario e socio fondatore di fiaip bergamo, ha ricordato la nascita del collegio provinciale nel 1984. "allora eravamo considerati sensali e non certo professionisti della mediazione immobiliare come oggi grazie alla legge 39/89", ricorda guerini, "aver unito le forze ci diede sicurezza e visibilità, consentendoci di combattere battaglie come la lotta all'abusivismo. mai come nel nostro caso l'unione fa la forza".

ezio sangiovanni gelmini, past president e vicepresidente provinciale, ha paragonato le strutture periferiche di fiaip allo scheletro del nostro sodalizio, innervato dalla federazione con le sue attività. "il livello provinciale è l'interfaccia di prima linea di fiaip", dice sangiovanni, "e deve dare risposte concrete alle richieste degli associati e servizi a valore aggiunto come l'osservatorio immobiliare e la formazione. fiaip nazionale deve a sua volta recepire le istanze degli associati dialogando con il livello provinciale e regionale, per fare sindacato e difendere gli interessi della categoria".

giuliano olivati, presidente provinciale, ha concluso il servizio  parlando delle sfide che attendono fiaip bergamo: "la prima sfida è portare avanti questa sede, che ci costa tanti sacrifici ma ci dà tantissime soddisfazioni. questo è il centro di tutte le nostre attività, che ha tre grandi direttrici: l'osservatorio immobiliare come centro di rilevazione prezzi (online su www.osservatoriocase.it) e centro di cultura real estate per bergamo e provincia. poi il servizio formazione permanente come leva di continua elevazione professionale e commerciale degli associati, dei quali certifica le competenze attraverso piani formativi a costo zero per i partecipanti. infine la sede è teatro delle riunioni di interscambio e collaborazione tra gli agenti immobiliari associati, che servono ad ampliare il mercato, migliorare il business e ottimizzare la soddisfazione dei consumatori che si rivolgono alle agenzie per risolvere celermente il loro problema immobiliare".

come amava ripetere karl popper, "la ricerca non ha fine". ecco, questo è il motto di fiaip bergamo.

foto: nell'ordine franco guerini, il tavolo consiliare con olivati sangiovanni e guerini, la troupe di ripresa, giuliano olivati, ezio sangiovanni gelmini

sabato 18 maggio 2013

mercoledì 8 maggio 2013

#bergamo, ospedali riuniti: il sonno dell'#immobiliare genera mostri


«Flop annunciato
Ma ora non si svende»

Due cordate interessate, poi alla fine niente offerta
«Servivano almeno 100 milioni per iniziare»

Un flop annunciato.
Antonio Rognoni,
direttore generale
di Infrastrutture
lombarde, la società della Regione che si occupa della valorizzazione del patrimonio immobiliare e anche
della vendita degli ospedali Riuniti, non ha dubbi: «L’asta deserta? Ampiamente annunciata
perché il mercato non c’è più».

Tutto previsto quindi?
«Il mercato è morto, non riusciamo più ad avere interlocutori. Anche chi si dimostra interessato si arrende all’evidenza,
al fatto che non si riesce ad accedere al credito. Le banche non
danno più i soldi che servono.
Tra quello che devi dare a noi e
quello che serve per fare l’operazione alla fine uno deve mettere 200 milioni, dico una cifra,
vai in banca ne chiedi almeno la
metà, ma non ti danno neppure
quelli».

Quanti ne servivano per i Riuniti?
«L’investimento minimo per
partire era di 100 milioni, poi
magari iniziavi a vendere e l’operazione poteva reggersi economicamente».

Troppi 75 milioni come base d’asta?
«Sono tanti soldi perché le banche non fanno più prestiti».

Eppure qualcuno si era fatto avanti?
«Sì, manifestazione di interesse
ci sono state. Due interlocutori
che hanno approfondito la documentazione e visitato l’area.
Fino a qualche settimana prima
della scadenza del bando avevamo la speranza che l’operazione
potesse andare in porto. Poi con
l’avvicinarsi della data è venuta
meno perché nessuno si è più
fatto vivo. E a mezzogiorno di
ieri abbiamo avuto la certezza».

Chi aveva sondato il terreno? Un
imprenditore, una cordata?
«Diciamo due operatori del
mercato nazionale».

Il Comune ora non vedrebbe male
l’ipotesi frazionamento in più lotti.
E voi?
«Non voglio fare polemiche, ma
non è un’ipotesi percorribile
perché frazionare vuol dire correre il rischio di avere destinazioni non più omogenee rispetto alle previsioni del Piano di
governo».

Abbasserete il prezzo?
«Non possiamo andare al ribasso. Suggeriremo alla Regione di
non fare un’asta al ribasso, altrimenti svenderemmo quell’area».

Ma se non si frazionerà e non si andrà al ribasso, quale può essere la
soluzione?
«Fermo restando che non possiamo prescindere da un’asta,
ora dovremo fermarci a ragionare e capire come arrivare a un
risultato positivo. Avevamo immaginato anche un fondo immobiliare regionale, ma avremmo avuto gli stessi problemi con
un mercato che è nullo. Dobbiamo trovare un interlocutore
forte sotto il profilo finanziario».
Resta sul tavolo il problema dei
prossimi mesi, della gestione intermedia dell’immobile in attesa di un
acquirente.

«Faremo tutto il possibile per
garantire la sorveglianza e mettere in sicurezza l’area, evitando che ci possano essere intrusioni».
Sempre il Comune spinge perché altri enti e istituzioni occupino gli
spazi del vecchio ospedale in via
temporanea sull’esempio di quanto fatto con l’Anagrafe nell’ex Cups?
«Ho letto e dovremo approfondire la questione. Ma alla base
c’è anche un problema economico, se poi chi entra non paga
l’affitto (l’Anagrafe è in comodato gratuito ndr). La Regione
aveva previsto di coprire i 76 milioni di euro di costi anticipati
all’Azienda ospedaliera per la
costruzione del nuovo ospedale
con gli introiti della vendita di
largo Barozzi. Se dobbiamo occupare tutti gli spazi con funzioni pubbliche chi glieli torna i
soldi alla Regione?».

E quindi?
«Lavoreremo per trovare una
soluzione in tempi rapidi. Il problema è che non stiamo vendendo nulla da nessun parte, non
solo a Bergamo. E non è che
cambiando il direttore generale di Infrastrutture lombarde si
risolve il problema...».

Una stoccata? Un sassolino tolto dalla scarpa visto il cambio di
guida in Regione? «No, ci mancherebbe. Solo una battuta...».■
Vanessa Santinelli

L'eco di Bergamo 9/5/13